La Dogana delle merci di terra fu eretta dalla città di Verona tra il 1745 e il 1748 e costituisce l’esempio più precoce della stagione neoclassica veronese.

Il complesso immobiliare demaniale denominato “Ex dogana delle merci di terra” è costituito da un tipo di tufo tipico delle città a destra dell’Adige, giallognolo, fortemente fossilifero e di scarsa durevolezza; di formazione calcarea, che presenta una elevata porosità, bassa resistenza alle sollecitazioni meccaniche e scarsa resistenza in ambienti inquinati.

Il preconsolidamento delle aree interessate da fenomeni di disgregazione è stato eseguito con impiego di prodotti ad alta penetrazione atti a saturare gli interstizi creati dai fenomeni di degrado differenziale e a ridurre la porosità aperta della pietra degradata per evitare la perdita di ulteriore materiale durante la fase di pulitura.
Successivamente è iniziata la fase di pulitura, attuata con un primo intervento di spolveratura e rimozione di depositi polverulenti.
La ricerca di metodi di pulitura sempre più rispettosi delle opere e, al tempo stesso, non nocivi nei confronti degli operatori e dell’ambiente, ha trovato nell’applicazione dei gel di Agar un’importante direzione di sviluppo per una progettazione sostenibile dell’intervento di restauro.

Dal punto di vista della pratica di cantiere, inoltre, la pulitura con agar consente di ridurre alcune delle criticità generalmente associate all’intervento di pulitura: apporto di grandi quantità di acqua sulle superfici, uilizzo di solventi e prodotti volatili potenzialmente tossici, produzione di polveri e detriti, rumore.

Sono state eseguite diverse prove di stuccature per individuare la malta che fosse il più possibile, per granulometria e colorazione, affine alla pietra originale. La scelta finale è stata quella di aggiungere all’impasto della malta una manciata di pagliette di rafia sminuzzate per imitare la texture fossilifera della pietra.

Le stuccature sono state eseguite con un prodotto minerale accoppiato a reti elettrosaldate certificati per il rinforzo strutturale.
Per il rifacimento di parti mancanti dei capitelli è stato necessario applicare alcuni perni in acciaio inox, fissati con resina epossidica bicomponente e usati come struttura per le ricostruzioni eseguite con una malta composta da sabbia silicea essiccata e calce idraulica naturale NHL 2:1.